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La grande forza interiore e la mentalità da veterano. Un rapido pensiero al proprio passato, ma l’obiettivo ben puntato sul presente e sull’immediato futuro. Parlando con Alessandro Lombardi, centrocampista classe 2000 del Cagliari, rimani subito colpito dalla maturità e dall’intelligenza dei suoi pensieri. Il ragazzo di Rivoli, provincia di Torino, è uno dei veterani del gruppo di Max Canzi, un esempio di dedizione per tutta la rosa. Una caratteristica ben evidenziata dal mettersi sempre a disposizione, stringendo i denti anche nel caso di qualche piccolo problema fisico, così come dalla duttilità tattica: da quando è arrivato in Sardegna, ha ricoperto, con grande efficacia e affidabilità, ogni ruolo del centrocampo rossoblù, mostrando capacità di adattamento e sapienza tattica, abbinate ad un’ottima tecnica di base. Adesso il suo Cagliari, grande protagonista di questo campionato Primavera 1, si appresta a vivere la sfida contro la Juventus, un match d’alta classifica che andrà in scena domenica alle ore 10:00 nella speciale cornice della Sardegna Arena.

Partiamo dall’inizio: dove hai mosso i primi passi come calciatore?

Ho cominciato all’età di sette anni nella squadra del mio paese, Rivoli. Poi, dopo pochi mesi, sono passato al Collegno, poco distante da casa. Da lì sono andato al Torino, dove ho fatto la trafila fino agli esordienti, prima di approdare alla Juventus: in bianconero ho vissuto il percorso dagli Under 14 fino al primo anno di Primavera. In seguito, è cominciata l’avventura al Cagliari: sono arrivato in prestito a gennaio 2018, con la squadra ancora in Primavera 2, abbiamo conquistato la promozione vincendo i playoff (suo uno dei gol nella semifinale contro il Bari, ndr) e l’estate successiva il mio trasferimento è divenuto definitivo.

Un percorso, quello della Primavera di Max Canzi, in continuo crescendo.

La scorsa stagione abbiamo disputato un’annata davvero importante, sfiorando i playoff al primo anno nella massima categoria. Siamo stati molto bravi ad ambientarci immediatamente al nuovo campionato, è per questo motivo che l’anno scorso lo ricordo con molto piacere. E se quest’anno stiamo andando alla grande, gran parte del merito è da ricercare nel lavoro dello scorso campionato: abbiamo gettato le basi e dunque ora stiamo raccogliendo i frutti.

Secondo posto in classifica, 7 punti di vantaggio sull’Inter e soli 4 di ritardo dalla capolista Atalanta. Dove può arrivare questo Cagliari? State facendo un pensierino allo Scudetto?

Noi non ci vogliamo nascondere, il nostro obiettivo è sicuramente approdare ai playoff. Innanzitutto, vogliamo mantenere il secondo posto, così da evitarci il turno preliminare. Durante il breve periodo negativo di dicembre, siamo stati bravi a non abbatterci e a mantenere l’equilibrio, così come nei periodi positivi non ci siamo mai esaltati e abbiamo sempre mantenuto i piedi ben saldi a terra. Anche questa è la nostra forza.

Quali sono le tue principali caratteristiche tecniche e tattiche?

Io sono arrivato a Cagliari principalmente come trequartista. Poi, con l’aiuto dello staff tecnico, mi sono “reinventato” mezzala: questo perché ho corsa e gamba, caratteristiche che mi permettono di aiutare in fase difensiva e di riuscire pure ad inserirmi con costanza in fase d’attacco. Mister Canzi ha capito, insomma, che quello poteva essere il mio ruolo futuro, e io in questa nuova posizione mi sto trovando molto bene: è un ruolo a me congeniale, in cui le mie peculiarità vengo valorizzate al meglio. Inoltre, mi sento migliorato molto nella fase di copertura.

Poi, con due gol nelle ultime due partite, hai anche aumentato la tua produzione offensiva.

Si, e questo mi fa molto piacere. Il gol non è forse la componente principale del mio ruolo, ma per il tipo di giocatore che sono, forse anche per il fatto di essere cresciuto da trequartista, mi piace molto fare gol.

Dove ti senti di poter migliorare?

Sento di potermi perfezionare sotto l’aspetto fisico, anche se già sono migliorato molto da quando sono arrivato qui a Cagliari. Inoltre, come dicevo prima, non devo mai sottovalutare l’aspetto dell’equilibrio mentale. A mio parere, questo è un requisito fondamentale per un calciatore.

A quale giocatore ti ispiri?

Il mio idolo d’infanzia è sempre stato Kaka. Attualmente, un giocatore che mi piace molto e a cui mi ispiro, anche per caratteristiche tecnico-tattiche, è Artur Ioniță. Mi rivedo molto nelle sue qualità: mi piace come si butta negli spazi, riuscendo a coniugare anche quantità e qualità, l’aspetto fisico e quello tecnico.

Ti sei dichiarato “sardo d’adozione”: come ti trovi a Cagliari, venendo anche da una realtà molto differente come quella di Torino?

Ormai sono qui da due anni e mezzo e mi trovo benissimo. Seppur si tratti di una realtà un po’ più piccola rispetto alla Juventus, è una società con grandi ambizioni, molto ben organizzata e strutturata. Quindi non ho trovato molta differenza e appena arrivato mi sono reso conto che la società aveva grande voglia di crescere. E credo che questo, tra settore giovanile e prima squadra, si stia vedendo molto bene. Ci sono tutte le strutture per fare bene e lavorare al meglio.

Un giudizio sul campionato Primavera 1: qual è, a tuo avviso, l’avversaria più temibile?

Diciamo che contro tutte le squadre le partite sono complicate, il campionato è molto equilibrato e non esistono match facili. Sicuramente l’Atalanta è una squadra importante e dalle grandi individualità, però noi ce la possiamo giocare con tutte. A partire da domenica, contro la Juventus alla Sardegna Arena, sperando che molta gente venga allo stadio e che l’atmosfera sia delle migliori.

Sarà una partita dal sapore speciale per te?

No, per me sarà una partita come le altre. Io penso a giocare bene, come tutti i miei compagni. Ormai la Juve è un capitolo chiuso e il mio pensiero è, ovviamente, solo per il Cagliari.

Obiettivi e speranze per il futuro?

Può succedere qualunque cosa, sia a livello personale che a livello di squadra. Al momento, voglio rimanere concentrato sulla stagione attuale, pensando a dare il meglio in questa stagione che ci può regalare grandi soddisfazioni. Non voglio impormi nessun limite.

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