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Riavvolgiamo il nastro di qualche giorno - 09/03/'20: l'Inter, con un comunicato della società, a sorpresa, decide di non giocare la partita degli ottavi, in programma il mercoledì seguente sul campo neutro di Coverciano (Fi), contro il Rennes, causa la tutela della salute dei propri giocatori, molti minorenni, tesserati e dipendenti, vista la situazione generale creatasi per il Sars-CoV-2. Tutto, apparentemente, normale, lecito e responsabile, essendo consapevoli tutti della sconfitta per 3-0 a tavolino che sarebbe scattata in automatico. Ma come si dice 'chi di spada ferisce...', o, meglio, 'chi di sorpresa ferisce...'. Sì, perché è di poco fa la notizia che la Commissione Etica dell' U.E.F.A. sta indagando, accertando la validità di questa decisione da parte del club nerazzurro. Un po' strana come cosa, paradossale e anche ridicola, seppur professionale, essendoci alla base della competizione il FAIR PLAY. Ed è proprio qui che colpisce la situazione, avendo la società seguito la prassi etico-regolamentare, chiedendo prima il campo neutro e poi la rinuncia totale, ripetiamo, consapevoli della sconfitta a tavolino. Seguiremo, comunque, questa 'strana' situazione dove, spesso, la burocrazia fa riflettere e dubitare, oltre che a sorprendere; infatti se l'Inter avesse atteso il Rennes, tranquillamente, probabilmente sarebbe stata proprio la squadra francese a rifiutare di presentarsi per precauzione e non ci sarebbero stati problemi. 

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