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Musa Juwara è l'uomo del momento. Il giovane attaccante del Bologna, andato a segno nella vittoriosa trasferta contro l'Inter, ha conquistato tutte le copertine dopo il suo exploit a San Siro. Un'esplosione mediatica che ha riportato alla luce il suo difficile passato da migrante e i suoi inizi, calcisticamente parlando, nella Virtus Avigliano. Proprio il suo primo allenatore in Italia, Antonio Summa, è diventato il padre adottivo di Musa: queste le sue dichiarazioni a Tuttomercatoweb.com.

"Non si deve sottolineare sempre la storia del barcone. È vero: Musa è sbarcato in Sicilia nel giugno 2016, aveva 15 anni ed era un migrante. Ha lasciato il Gambia in un contesto drammatico, ha passato momenti brutti, ma quello che conta davvero per il suo bene è parlare di calcio, parlare del suo talento e, soprattutto, della sua grande umiltà. Notai subito che Musa era di un livello superiore agli altri. Oltre alle qualità tecniche e fisiche, mi colpì la sua semplicità. Juwara, fin da ragazzino, ha sempre avuto una dedizione al lavoro unica. Nonostante non parlasse la nostra lingua, nonostante le gravi difficoltà che aveva vissuto, è arrivato alla Virtus Avigliano e ci ha dato una grossa mano già dal primo giorno. Per la nostra piccola società è una grandissima soddisfazione. Musa ha iniziato proprio qui ad Avigliano un percorso bellissimo e direi che adesso ha trovato una dimensione perfetta per lui a Bologna. Sinisa Mihajlovic è un tecnico capace e coraggioso, vede e crede nei giovani. E poi là davanti c'è il suo connazionale Barrow: i due Musa sono diventati grandi amici, dentro e fuori dal campo, e anche nel lockdown si sono fatti forza a vicenda​​​​​​". 

Sull'adozione, sul momento sotto ai riflettori dopo la rete all'Inter e sulle prospettive future: "Musa è un ragazzo buono e genuino. Ho parlato coi miei figli e con mia moglie e insieme abbiamo deciso di farlo entrare ufficialmente nella nostra famiglia. Tutto questo quando era ancora ad Avigliano, non certo ora che è sulla bocca di tutti... Non ci sembra comunque di aver realizzato niente di eccezionale, abbiamo fatto solo ciò che sentivamo fosse giusto dentro i nostri cuori. Consigli? Gli ho detto di spegnere il telefono. L'ho sentito sempre in queste ore, il gol ai nerazzurri è stata una bella bomba mediatica e Musa non si aspettava tutta questa attenzione nei suoi confronti. Per questo gli ho consigliato di restare tranquillo e di cercare di mettersi tutto alle spalle. Un maestro come Miha, poi, saprà sicuramente come gestire questa situazione e lasciarlo concentrare esclusivamente sul campo. Futuro? Non sono nessuno per dirlo, io alleno categorie ben inferiori alla Virtus Avigliano. Di una cosa però sono più che convinto: Musa Juwara sta avendo una crescita fantastica dal punto di vista mentale, tecnico e tattico. È un giovane che lavoro sodo, sempre in silenzio e con umiltà, e che si merita quindi di vivere appieno questo sogno. Senza limiti, senza aspettative, ma con la spensieratezza che l'ha contraddistinto fin dal suo arrivo nel nostro Paese".

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