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Il Primavera 1 è certamente l'anticamera del calcio dei grandi, una vetrina per tanti ragazzi che sognano di poter un giorno trasformare il loro sogno in realtà. Ogni anno diversi aspiranti calciatori emergono in questa competizione mettendo in mostra le proprie qualità, ma solo alcuni di essi riescono realmente ad avere una carriera nel calcio professionistico. Perchè? Qual è la differenza tra un calciatore che sfonda ed uno che non ci riesce? E a chi potrebbe toccare quest'anno? Lo abbiamo chiesto a Davide Donè, osservatore qualificato per società professionistiche che può vantare, tra le altre cose, un'esperienza nell'area scouting dello Spezia ai tempi della serie B. Ecco le sue parole.

Qual è la prima cosa che valuti in un giocatore? E quale quella che ti permette di distinguere un talento da un calciatore “normale"?
La prima cosa che valuto in un giocatore è senza ombra di dubbio la tecnica, penso sia fondamentale per diventare calciatore a certi livelli. Ovviamente la tecnica da sola non basta, ci deve essere una sommatoria anche di altre caratteristiche: mi riferisco a doti atletiche, tattiche ma soprattutto psicologiche. Penso che la differenza tra un calciatore normale ed un talento stia proprio nella mentalità del giocatore, nella fame e nel non sentirsi mai arrivati. Purtroppo basta poco per perdersi, bisogna mantenere sempre gli occhi puntati sull’obiettivo. 

Una delle modifiche più impattanti introdotte nel post-lockdown ha riguardato l'ampliamento delle sostituzioni per la serie A, passate da 3 a 5. Credi che questo possa, anche nel lungo periodo, aumentare le possibilità di vedere in campo sempre più giovani?
Onestamente non ne sono tanto convinto, anche se me lo auguro. Quella appena iniziata è la terza stagione di serie C in cui si possono sfruttare i 5 cambi, sicuramente è una regola che avvantaggia le squadre che dispongono di una rosa più lunga. Ne giova lo spettacolo, per via delle maggiori forze fresche provenienti dalla panchina; non vorrei però che andando a preservare le energie dei più "anziani" questi paradossalmente finiscano per essere maggiormente utilizzabili ed utilizzati. Purtroppo temo che gli allenatori faranno prevalere quasi sempre l’esperienza rispetto alla “linea verde”.

Cinque nomi di cui potremmo sentir parlare in questo Primavera 1.
Penso che Gabriele Artistico del Parma quest’anno farà molto bene; come lui Cortinovis e Traorè, se dovessero rimanere all'Atalanta. Poi c'è Ntenda della Juventus, che credo sarà presto aggregato all’Under 23 se non addirittura alla prima squadra. L'ultimo nome che ti faccio è quello di Nicolò Squizzato, centrocampista dell’Inter. Sarà poi chiaramente il campo a dirci chi è davvero destinato al calcio dei grandi.

Top e Flop: la tua favorita per il titolo e la tua indiziata per la retrocessione.
Inutile dirlo: nonostante sia costretta ad inseguire già dalla seconda giornata, la favorita per me resta l’Atalanta; mi aspetto però grandi cose anche dalla Roma, partita decisamente forte. 
Per quanto riguarda la salvezza temo che l’Ascoli faticherà a rimanere nel Primavera 1, nonostante il grande campionato della scorsa stagione e la promozione meritatamente conquistata. Trovarsi a sgomitare con vivai importanti non sarà affatto semplice, nonostante io consideri Abascal un grande allenatore destinato a finire in qualche prima squadra entro poco tempo.

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