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Storie di Primavera

 

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Centrocampista col vizio dell’assist, Raffaele Maresca – stabiese classe 2002 – alla sua prima esperienza con la maglia del Cosenza dopo una trafila tra Reggiana, Avellino e Benevento, si è raccontato in esclusiva ai microfoni di MondoPrimavera.com. Il giovane centrocampista, entrato a pieno regime nello scacchiere di mister Ferraro, nell’ultimo periodo è riuscito a ritagliarsi un posto fondamentale che lo ha portato ad allenarsi con la prima squadra allenata prima da Braglia e adesso da mister Occhiuzzi. Con i lupacchiotti, il giovane centrocampista, ancora a secco di gol, è riuscito a togliersi qualche piccola soddisfazione con lanci da metà campo che hanno permesso  ai centravanti cosentini di portare la squadra nella parte nobile della classifica prima dello stop generale a causa dell’emergenza  sanitaria che ha colpito l’intero Paese e non solo.

 

Ciao Raffaele, come è nato il trasferimento al Cosenza?

“Venivo da un anno non bello a Benevento, il direttore Mezzina mi scrisse dicendomi della possibilità di venire a Cosenza. Con me il direttore è sempre stato a disposizione, come un secondo padre. Sono venuto a Cosenza anche per lui dopo che eravamo già stati insieme alla Reggiana. All’inizio non è stato sempre facile, poi anche grazie alle parole del mister ho iniziato a trovare la mia strada e mi sono trovato benissimo dandomi la spinta giusta.”

 

Come sono state le prime battute in maglia rossoblu?

"All’inizio è stato un po’ tutto pesante, poi pian piano il mister mi ha dato fiducia ed è stato molto più bello. È stato proprio mister Ferraro a farmi capire che si deve giocare sempre in maniera semplice spiegandomi che si gioca più con la testa che con i piedi e si deve restare concentrato dal primo all’ultimo. Il gol è un qualcosa che è sempre emozionate e dispiace che quest’anno non sia arrivato.”

 

 Sin da subito sei stato nel giro della prima squadra, quali sono state le emozioni?

“Sin da subito mi sono allenato anche in prima squadra vero, è stato un onore per me allearmi con i ragazzi più grandi e mi sento molto fortunato ad aver avuto il piacere di allenarmi con gente come Riviere o Kanoute. Sono cresciuto tantissimo insieme a loro, è stato importante per me ricevere gli esempi dove anche solo muovendosi mi facevano capire tantissime novità. Col tempo però ho cercato di tenere il loro passo. L’esordio in amichevole è stato un’emozione fortissima, ringrazio il mister Braglia perché mi ha dato questo onore. Dispiace che se ne sia andato, ma ringrazio anche Pillon e Occhiuzzi per tutti i consigli che mi hanno dato ogni singolo giorno.”

 

Dopo anni il Cosenza era pronto per tornare al Viareggio, che emozione è stata ricevere la notizia?

“Il Torneo di Viareggio ci è stato annunciato a sorpresa, il direttore Mezzina si è avvicinato mentre ci stavamo allenando per la partita di sabato e ci ha comunicato questa sorpresa. Ci disse che doveva essere un punto di partenza e non di arrivo, partecipare al Viareggio era un piccolo premio per tutto quello che come squadra avevamo fatto. Speravamo poi di centrare i playoff e chiudere la stagione in bellezza.”

 

Come hai passato questi mesi in quarantena e poi, come ti vedi in futuro?

“È stato un periodo davvero duro quello che è passato, mi manca la quotidianità di Cosenza così come mi mancano i miei compagni. Manca il campo, la sensazione e la voglia di vincere il sabato pomeriggio. Manca tanto anche la sofferenza di fine allenamento. Al futuro non ci penso molto, ne parlerò poi con il mio procuratore ma è un piacere stare a Cosenza perché mi trovo benissimo con tutti, dai compagni ai magazzinieri. Il mio obiettivo è restare qui e magari esordire in prima squadra.”

 

Raffaele, prima di concludere ci dici da dove nasce questa passione per il calcio?

“Ho giocato sin da bambino anche se i miei genitori erano contrari, ero sempre incollato alla tv a guardare le partite. È stato mio nonno insieme a mio zio a passarmi questa passione, man mano che giocavo la passione aumentava e capivo sempre di più che il mio unico sogno era quello di giocare ad alti livelli. Ho iniziato a capire che dovevo sacrificarmi per arrivare a un determinato obiettivo. Devo ringraziare molto i miei genitori, soprattutto mio padre che ha fatto tanti sacrifici per me, la mia famiglia è sempre stata vicino seguendomi ovunque. Spero anche di diventare un professionista per ripagare i loro sacrifici.”

 

FOTO: Cosenza Calcio 

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