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Storie di Primavera

FOTO MARTINA CUTRONA
FOTO MARTINA CUTRONA

Figlio dell'arena

Diego Coppola e l'Hellas Verona. Che crediate o meno alle grandi storie d'amore, il difensore classe 2003 nativo di Verona sta muovendo i primi passi nel grande calcio proprio con la maglia della sua vita, quella gialloblù degli scaligeri. E, se agli appassionati di calcio giovanile non è nuovo il nome di Coppola, la titolarità nella gara contro il Venezia ha sorpreso i più impreparati.

Il serbatoio della Primavera 2

Dalla promozione in Primavera 2a alla fiducia di Igor Tudor: un salto in alto netto di Coppola, che nella scorsa stagione si è fatto notare per il grande prospetto qual è. Lui, Cancellieri, Terracciano, Florio e Bragantini sono i nomi degli eroi dello scorso campionato cadetto U19 che hanno trovato spazio tra i grandi in questa stagione. E per un Destiny Udogie partito dal “Bentegodi” per affermarsi alla “Dacia Arena” con la maglia dell'Udinese, il vivaio gialloblù sta già sfornando diversi prospetti utili per vestire la maglia della prima squadra. Il progetto dell'Hellas è chiaro: contano poco i risultati di squadra, il curriculum o il nome dei giovani a disposizione, l'obbiettivo è quello di formare prospetti utili da subito per rimpolpare la rosa di Tudor, giocatori veri pronti a raccogliere eredità di partenti pesanti per affermarsi da subito in Serie A. Nel calcio moderno dei cinque cambi, dei frequenti infortuni e del calendario fitto, la grande chance per gli under è sempre dietro l'angolo. Lo sanno bene il responsabile del settore giovanile dell'Hellas Massimo Margiotta e l'allenatore della Primavera Nicola Corrent, che lavorano alacremente per trovare la sintonia perfetta e rendere sostenibile le casse del club affidandosi alla crescita dei giovani. Ma "gioventù" dalle parti di Verona, non è sinonimo di “inadeguatezza” e Coppola ne è l'esempio lampante.

Diego Coppola Verona
Diego Coppola Verona

“Toro (non) scatenato”

La contraddizione che presenta il Diego Coppola calciatore sta tutta nella struttura fisica: 192 cm per un ragazzo nato il 28 dicembre 2003, ma che del fisico non fa la sua caratteristica principe. Coppola è marmoreo, solido e talvolta estremamente mobile. Non cerca necessariamente il contrasto, con i piedi o aereo che sia, perché è dotato dell'intelligenza classica del difensore italiano. Bravo tatticamente, Tudor lo ha schierato da perno centrale della difesa a 3 dell'Hellas, consegnandogli le chiavi di un pacchetto arretrato con sincronismi che Diego ha fatto suoi attraverso l'abitudine a giocare in un sistema analogo come quello della Primavera. Sempre posizionato bene, abile nella copertura e nell'accorcio, non disdegna nemmeno l'anticipo in zona avanzata. E, badate bene, il grande campionato di Primavera 2a nella scorsa stagione lo aveva visto protagonista come centrale classico di una difesa a 4, in una squadra votata all'attacco con una linea alta. Lo stesso baricentro alto tipico del Verona degli ultimi anni, dogmatico con Ivan Juric e liquido con Igor Tudor. Da non sottovalutare la buona predisposizione nel giocare la palla, che lo rende affidabile nella primissima costruzione. Nulla di eclatante, per carità, ma non ha mai avuto l'esigenza di cercare lanci lunghi o cambi di gioco necessari, data la presenza assidua di palleggiatori in grado di impostare il gioco nelle formazioni di cui ha fatto parte ultimamente.  Può e deve diventare più smaliziato, trovare l'abitudine ad alti livelli e incrociare sempre di più attaccanti bravi a giocare spalle alla porta e a scattare nello spazio.

Quella partnership con Scalvini

Vien da sé che la nazionale italiana U19 sia il suo giardino di casa, dove ha incrociato nelle sue 8 presenze in azzurro Giorgio Scalvini. Il ragazzo della Dea è già un passo avanti rispetto a Coppola, ha più presenze in Serie A anche fuori ruolo, gettoni con l'Italia U21 e uno stage agli ordini di Roberto Mancini. Pronti a imitarlo Nicolò Bertola (Spezia) e Luigi Palomba (Cagliari), entrambi centrali difensivi nel giro delle prime squadre in Serie A e abituati a vestirsi di azzurro. E se le prospettive saranno effettivamente quelle di Scalvini, possiamo dormire sonni tranquilli almeno per un po'.

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