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Sotto l'ala dell'Albiceleste

Valentìn Carboni non smette di sorprendere: nato il 5 marzo 2005, in questa stagione ha vestito la maglia dell'Inter in ben tre categorie diverse, mentre ha collezionato minutaggio anche con la nazionale italiana U17. Un percorso estasiante e una chiamata da sogno nella nazionale maggiore Argentina assieme al fratello Franco, classe 2003 e colonna della Primavera di Chivu. Una mossa forte quella del c.t. Lionel Scaloni, il più giovane dei 44 convocati per il prossimo international break, ma soprattutto un segnale di lungimiranza non indifferente, testimoniato dalla possibilità di mettere tra le fila dell'Albiceleste per sempre il diciassettenne dato il suo doppio passaporto e toglierlo, così, dalle grinfie di Roberto Mancini. Figlio dell'ex-Catania Ezequiel Carboni, Valentìn lascia la terra natale e il Lanùs nel 2019 per approdare all'ombra dell'Etna dove suo padre conquistò una promozione in Serie A con la maglia rossoazzurra. Poi il trasferimento all'Inter nel 2020, un anno di ambientamento tra le giovanili e il passaggio graduale verso la Primavera dalla fine del 2021 in poi.

Quel mancino, quel maledetto mancino…

Non è difficile capire come mai Scaloni abbia deciso di regalare all'Argentina calcistica del futuro Valentìn Carboni: mancino magnetico, tecnica e uso del piede sinistro da sempreverde del calcio. Diverso da Soulè, da Dybala e da Messi, ancora piccolo anagraficamente e non solo rispetto hai profili citati, ma una caratteristica comune: lo stop. Il termometro della qualità, il gesto tecnico più frequente e a tratti il più importante. Carboni si distingue chiaramente come un prospetto in grado di stoppare il pallone con estrema sensibilità in diverse situazioni scomode, per poi imbastire la giocata successiva. Prezioso anche nelle palle ferme, abbina la conclusione secca da fuori area al gioco associativo, dove spicca anche per smarcamento e attacco alla profondità. Minuto sì, ma estremamente battagliero, non ha sofferto il salto in U19 grazie alla rapidità con le gambe e di pensiero. Con il fratello Franco condivide l'uso del piede mancino e il percorso calcistico ipotizzabile da qui ai prossimi anni, intanto Chivu conta di averli a disposizione entrambi per il rush finale in campionato.

Cercasi collocazione

Per quanto concerne la mera posizione tattica sostiamo ancora sul campo della discussione. Risulta complicato stabilire una chiara evoluzione del giocatore, in quanto ancora in età verdissima e con un ventaglio di possibilità davanti a sé. Chivu lo ha proposto da trequartista puro dietro due punte, ma sguazza agilmente partendo dalla destra o vicino ad un unico centravanti. Appare lapalissiano come ci siano diverse strade percorribili per Carboni, ma il compito dell'ex-leggenda nerazzurra ora a guida dell'U19 sarà quello di proporlo in diverse situazioni per farlo sbocciare del tutto. Occhio ad un futuro da mezz'ala, da regista o interno di centrocampo. L'incisività in zona di rifinitura suggeriscono una gravitazione costante nei pressi dell'area, per quanto ci siano punti fondamentali della sua trasformazione tecnico-tattica da mettere in conto (su tutte l'utilizzo del destro). Esteticamente resta, però, una sfiziosissima promessa con le carte in regola per affermarsi da subito. Esordio in Youth League il 12 ottobre con lo Sheriff, poi i primi assist e gol in Primavera con Atalanta e Fiorentina. Il curriculum c'è, le prospettive pure: prendiamo i pop-corn e godiamoci Valentìn Carboni.

 

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