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A distanza di 4 anni dall'ultima apparizione, gli azzurrini tornano a disputare un Mondiale U20, al contrario della Nazionale maggiore. Se è vero che per costruire una casa servono i mattoni, in questo contesto possiamo affermare come le fondamenta ci sono, eccome. Da Esposito a Prati, da Baldanzi a Pafundi, e perché no lui, Cesare Casadei, capocannoniere della competizione con bel 7 gol all'attivo, da centrocampista - va ribadito. A pochi passi dal podio nel 2019, ma medagliati a Corea 2017, con un terzo posto in grado di regalare la prima medaglia della storia alla Nazionale minore U20. Con un Orsolini in stato di grazia, nonché bomber della competizione, il cammino dell'allora ct. Alberico Evani dovette interrompersi solo in semifinale contro la fatale Inghilterra, poi vincente. La ruota della fortuna ci premiò infine, ai calci di rigore, nello spareggio per il terzo posto, contro l'Uruguay. Dopo 6 anni la storia non è così tanto diversa: di nuovo Italia-Uruguay, ma questa volta è finale e la posta in palio prevede un colore della medaglia più luccicante. L'Italia U20, dunque, per la prima volta nella sua storia disputerà una finale di un Mondiale, che andrà in scena domenica 11 giugno alle ore 23:00 italiane. Sperando che il tetto si tinga di azzurro, per la prima volta, e che venga cambiata una volta per tutte la visione dei giovani italiani, in modo tale da concedere più spazio a chi lo spazio se lo sarebbe guadagnato sul campo con i fatti e non con le parole. La strada degli azzurri è stata un'altalena di emozioni, in cui si sono visti pianti di gioie e altri che eludevano al peggio, salvo poi esser premiati dalla sorte. Dalla vittoria all'esordio con il Brasile alla sconfitta con la Nigeria, che ha rischiato di costare carissimo ai nostri ragazzi. La vittoria per 0 a 2 con la Repubblica Domenicana e l'uno-due del Brasile sulla Nigeria ci permette di guadare un pass verso gli ottavi. Le vittorie nel finale contro Inghilterra - dalla quale ci siamo rifatti - e Corea, maturata ieri sera con il neo entrato Pafundi (2006), intervallate dal perentorio 1 a 3 con la Colombia, ci permettono di affrontare la Celeste in finale nella terra di Diego, proprio allo stadio Unico “Diego Armando Maradona”.

La data è la stessa - allora era l'11 giugno del 2017 -, l'avversario pure, e così anche la competizione. Gli scaramantici faranno finta di non aver letto, i fatalisti avranno l'acquolina in bocca; nel mentre si porge la mano sul cuore, gridando a gran voce… L'ITALIA CHIAMO'!

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